Ezra Pound in Ars poetica scriveva che "Poesia è l'arte di caricare ogni parola del suo massimo significato": da ciò si deduce che anche per leggere poesia bisogna entrare nella massima concentrazione possibile. È cioè richiesto anche al lettore uno sforzo pari a quello dell'autore ma in una logica rovesciata, alla condensazione creativa corrisponde una apertura, un dispiegamento, un'amplificazione interpretativa.
La «Edizioni del Leone» da anni volge l'attenzione della propria attività editoriate alla ricerca di «parole concentrate», proponendo spesso una qualità elevata in una veste grafica essenziale e raffinata. Cosi per Diamoci del tu della trevigiana Elisa Sala, talento eclettico, illustratrice e decoratrice. Questa raccotta racchiude dei componimenti brevi sul modello dell'haiku giapponese, tre versi di cinque, sette e cinque sillabe: piccoli lampi di emozione condensati in tratti lievi, ma nei quali la leggerezza non va a discapito dell'incisività. Nella brevità il paradosso a compresso, con risultati spesso felici come in: Volli scrivere versi meno liberi per poi legarti nella misura contenuta delle diciassette sillabe il desiderio si esprime senza languori, senza compiacimenti come in Voglio il mare in un grande bicchiere color del tempo e l'ironia e la dolcezza trovano la giusta condensazione in lacerti di immagini che si affidano alla fantasia e alla libertà del lettore Il sole strappa i veli dalle nuvole deve guardare. Non bisogna farsi trarre in inganno dall'apparente fluidità, la semplicità in poesia è cosa ardua, e per tornare a Pound «Concision, ovvero stile, ovvero dire ciò che s'intende dire col minor numero di parole e le più chiare». Isabella Panfido |
Edizioni del Leone, Spinea 2000
prefazione di Paolo Ruffilli pp. 48 Prezzo:€ 12,00 Recensioni a cura di...
|