Recensione a cura di Guido Bava
Pubblicata su:Literary nr. 7/2006 Come un vento caldo spirante dal levante mi raggiunge ancora l’impetuosa e incontenibile voglia di poesia di Elisa Sala. In questo suo Diamoci del Tu, che vorrei poter tradurre in conferma di una recentissima reciproca amicizia, la poetessa trevigiana si misura con gli haiku, una forma poetica giapponese dalla minima metrica imposta che, per noi occidentali, rappresenta una certa difficoltà. La padronanza del verseggiare di Elisa Sala, si evidenzia invece anche nel ristretto spazio di tre versi: uno quinario, uno settenario ed uno quinario ancora, senza che il suo pensiero, la propria sensazione del momento perdano di valore: “Giorni felici | legati al ricordo | di una canzone.“ verità universalmente condivisa, “ruggini foglie | giocano girotondi | nel pazzo vento”, l’autunno in brevissimi tratti, “uomini soli | nei vortici della guerra | urlano pace”... Una raccolta di tutto rispetto per i suoi contenuti e per la riuscita applicazione della forma metrica orientale imposta, una ennesima dimostrazione di come possa facilmente esprimersi in poesia questa eclettica artista. |