Poesie da Io, arpa Eolia
Città vuota
Un anno è trascorso – come vola il tempo! – Dal quieto giardino sale un cip cip senza posa e dall’aria un suono amico di campane in festa arriva. Sì, festa del silenzio che mi riporta ad antiche memorie. Respiro il calore che sale. Sai? Son tornate le ferie d’agosto. Vicolo Dotti
Tra antichi portici e muri sgretolati gioca a nascondino il sole che con sapienza dona specchi di luci e ombre al vecchio vicolo. Salgono refoli di vento a ingarbugliare panni stesi portando folate di polvere rubate ai grossi e consumati sassi. Un gatto nero magro spelacchiato annusa curioso un rotto sacco. Ridono i camini sui tetti. |
Voyageurs (viandanti)
Andiamo senza meta nella notte. Nel nostro silenzio s’alza solo il ronfare del vecchio motore. Sfumano nel nulla Cattedrali fatte di verzura frantumando vetrate blu fiorite di stelle. Qua e là vaghi lumi, vicini e lontani, testimoni di vite a noi sconosciute. …E andiamo senza meta lungo una via che, solo in questa magica notte ci sembra infinita. Anche ora
Anche ora come allora chiara sera di maggio sei tornata. I suoni del giorno si sono chetati. Cullo voglie aspre di lontane primavere. Ora il silenzio allora gridii di rondini uniti alle risa e ai richiami, nei giochi serotini, dei compagni dell’età più bella. Sì, vi risento tutti anche ora come allora. Appare, fra le fontane del biancospino fiorito, portata dall’intenso effluvio del gelsomino notturno la prima lucciola. Solo tu rischiari il mio cammino ora come allora. |